Alcuni pensieri dai miei vecchi profili gay.
Incollo di seguito, in ordine cronologico, i miei scritti postati nei profili di siti gay che ho abbandonato................

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Aggiornamento dell’otto novembre, anno di grazia (qualcuno mi dica dov’è) duemilasette…

Mi scuso in anticipo con me stesso e con chiunque leggerà questo messaggio, per la sua patetiticità, ma come ho già sperimentato, e come forse alcuni di voi sperimenteranno, la vita è quella tragedia di cui ognuno è l’eroe. Per i più acuti mi dovrei scusare per le frequenti citazioni, ma io rispondo a loro con un’altra citazione, ovvero quella che ogni frase saggia volta a chiarire un pensiero è propria di chi la ripete, un modo elegante (al bando la volgarità) di dire che non sono messe lì per uno sfoggio di cultura (che tra le altre cose riconosco perfettamente limitata a un paio di autori).
Adesso che ho incuriosito un paio di lettori e dissuaso certi altri dal continuare a leggere, posso iniziare il vero messaggio.

E’ difficile accontentarsi di pasteggiare col Tavernello dopo che s’è brindato per 2 anni con uno champagne Moet&Chandon annata 1884 in edizione de luxe con copertina autografata da Mucha…
Tutto è mediocre dopo che ti hanno intonato poesie sotto le stelle e davanti ai tramonti di un’estate che s’aggrappa a un pomeriggio di settembre. Essere snob è il minimo dopo essersi vestiti da greci incoronati di grandi e rossi papaveri e aver parlato di cose inutili e belle lungo tutto un giorno e un pomeriggio in aperta campagna; dopo aver sentito il piacere di essere sacri e quindi degni di essere profanati.

Le aspettative sono il grande impedimento a vivere bene, aspettando il futuro si perde l’oggi.
E cosa del ricordare il passato? Ho solo il rimpianto di non aver rimpianti, adesso starei un po meglio ad averne.

“Col tempo si sistemerà ogni cosa, vedrai che troverai qualcuno che sarà cretino insieme a te, perché l’amore è essere cretini insieme” “si, cara la mia analista, ma il problema è che nelle mie condizioni, il futuro non è più quello di una volta”

Non siamo mai così vulnerabili come quando siamo innamorati… adesso, di sicuro, sono più invincibile di Zeus.

Non recito che la mia parte in questa commedia, di certo non voglio stare dietro le quinte, ho sempre amato le luci dello spettacolo, così lancio le parole alla cieca sperando di colpire qualcosa, senza alcuna pretesa personale, se non quella di stupire o di far pensare, o di far ridere, insomma, di provocare qualcosa di nuovo...
A questo punto del messaggio i casi sono due: o pensi che sia matto e mi mandi a quel paese (con tutte le variazioni sul tema, del tipo “non se ne trova uno normale tra i gay”), o pensi che sia matto e ti ho incuriosito.
In ogni caso sappi, che sono contento di essere "pazzo", perché col passare del tempo, le uniche cose che mi ricordo con piacere sono quelle che definivano "pazzie".

*Come in tutte i prodotti, i servizi e le persone del 2007, anch'io ho un asterisco: LEGGERE ATTENTAMENTE prima dell'uso:
Il prodotto non è utilizzabile a letto o in qualsiasi altro posto dove è possibile trombare senza amore, evitare vivamente di esporsi troppo all'ombra, per eventuali complicazioni consultare lo psicologo. Tenere lontano dalla portata degli over 40 e degli under 20. Può creare dipendenza e assuefazione. Non giudicare un uomo in base alle persone che frequenta: Giuda aveva degli amici irreprensibili.


Dopo tutti questi minuti di scrittura di getto, infarcita da citazioni prese a caso, ti saluto, e ti auguro tutto quello che desideri purché non sia qualcosa contro di me o a chi tengo!!! hahaha

Mi auguro di attirare giovani bellissimi, dolci e intelligenti dopo aver scritto tutto questo papiro! Ahahah Beh, se sarà un fallimento e mi chiameranno soltanto pensionati pancioni e ignoranti con qualche nostalgia di un rapporto pederastico, mi consolerò del fatto di non averci messo molto tempo per scriverlo.

PS
Rispondendo a un messaggio rifiutando uno, te ne pentirai perché lui dirà che sei troppo arido
Non rispondendo a un messaggio, te ne pentirai perché l’ignorato dirà che sei un maleducato vigliacco

A volte tendo ad essere arido, e certe altre, vigliacco. Ma ricorda che le critiche sono sempre più visibili delle soddisfazioni.

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“sai perché ti ho contattato? - una volta in chat uno mi disse- “perché le tue misure corrispondono ai miei desideri, 173 x 57, i tipi magri mi sono sempre piaciuti, magari non troppo pelosi però”

Quelle parole toccarono le corde dell’arpa delle frasi pungenti come la verità e m’ispirarono questa frase: “io ti sono piaciuto per le misure, e tu mi irriti con le tue parole, non potrei mai conoscere uno come te. Ti do un consiglio per le prossime volte: quando approcci una persona, non esordire con frasi del tipo ‘mi piaci per le misure’ o ‘a o p?’ o ancora ’41 troppi per te?’ . E’ vero che nel 99,9 periodico % delle persone dentro questa chat è in vendita sul banco dei saldi (se non in liquidazione), ma un minimo di gentilezza, per trattare tutte le persone dignitosamente, è vivamente gradita.

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, si scrisse il secolo scorso.
Si sta come il sabato sul banco del macellaio le bistecche e i filetti, dico io ora, qui.
Preferisco il secolo scorso.

A buon intenditor poche parole.

Grazie per il tuo tempo. Ma non mi scuso di niente

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Se volevo orsi, manzi, stalloni, cinghiali, tori, , maiali, uccelli e pecorelle andavo allo zoo di Pistoia. Vietato l’ingresso alle bestie, pericolo di morte, alta tensione.

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Agli amori mai nati.

Ad amare bisogna essere in due.
Queste parole, agli amori sospirati, agli amori ignorati.
Ecco che trovo la mia perla: ne farei un solitario, ma subito dopo scopro che appartiene già ad una collana di un altro.

Vita brutale!

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Aggiornamento del 5 aprile dell’anno 2008 dell’era volgare.


È tempo di pre-tendere.
Pre-tendiamoci, l’uno verso l’altro, così nessuno si sentirà inferiore all’altro! E vissero gay e contenti.

Non cerco storie. Ne ho già abbastanza da raccontare, e sinceramente, la fantasia è l’unica cosa che davvero non mi finisce mai. Preferisco immaginare, più che vivere le storie di un mese, di una settimana, di un giorno, di un ora. Sovente ho incontrato persone che ritengono “relazione” quella serie di bugie che due ragazzi si scambiano in un periodo più o meno lungo. Beh, io non la penso così. Meglio da solo che solo in compagnia, m’affliggo di meno.
Dopo un breve periodo d’autoanalisi, sono arrivato alla conclusione di non saper vivere pienamente se non accanto a un ragazzo. Tutti si lamentano del fatto che tendo ad idealizzare chi mi sta davvero vicino, e considerano questo mio aspetto come causa di tutte le mie follie.
Forse hanno ragione, ma è più forte di me, non posso fare a meno di idolatrare il mio compagno.
Il problema secondo me, non è tanto il fatto che di solito adori il mio uomo come si fa come un dio, quanto quello di non trovare l’uomo adatto a questa mia indole.
Mi risulta facile costruire una nuova religione modellata su chi mi sta vicino, come bere un bicchier d’acqua. È una cosa piacevole per me, un sacrificio al Nuovo, un piacere per il compagno.
Sembra però che tra i gay, le gentilezze non vadano per la maggiore. Dopo innumerevoli poesie, dolci follie, e litri di benzina spesi, molto volentieri, per i ragazzi che sono passati accanto a me negli ultimi 2 anni, mi sono state rivolte queste parole: “sei tu che dovresti ringraziarmi, che ti ho permesso di adorarmi come un dio”.
Allora basta! Se volevo un master lo scrivevo sul profilo.
A casa mia m’hanno insegnato a manifestare i pensieri sempre, desideri inclusi; penso che la gente si tenga dentro di se molte cose che vorrebbe dire, ma per non so che cosa, si tiene dentro, anche a costo di rodersi lo stomaco. Non voglio far la fine dell’arrogante che desidera un ragazzo, e quando gli passa vicino, non si volta per continuare a guardarlo, solo perché ha paura che voltandosi, gli altri (e lui stesso) capiscano che in realtà pure lui ha dei desideri. Manifestare dei desideri, per una persona, per una cosa, per un ideale, quindi, qualsiasi desiderio tout court, significa in questo mondo, dichiarare di avere bisogno, di essere mancanti dell’oggetto di quel desiderio, di non essere quindi, perfetti. Credo che sia questa la ragione per cui tra i gay, chi è limpido come una giornata di aprile, sia puntualmente etichettato prima come “alla mano” e subito dopo “disperato” (sentimentalmente parlando). L’ossessione della perfezione è travestita da gioco del “chi se la tira di più vince”, del “chi ama meno domina”. La logica utilitaristica trionfa così anche nei rapporti amorosi. Come vorrei dimostrare il contrario! Ma non ci riesco anche se io lo so, perché l’ho vissuto. Questo in sostanza è ciò che spero di fare con questo testo: di far capire, al maledetto che legge questo testo che non finisce più, come le parole “resa”, “capitolazione”, “abdicazione” et similia, siano, contrariamente alla comune accezione (incrostata da secoli di demenza), estremamente positive quando usate in un contesto amoroso. Dopo le parole dotte (perché per alcuni saranno parole dotte), le parole ordinarie (e il sublime sta nell’esprimere grandi cose con parole accessibili a tutti).
Hai mai sentito la voglia di conoscere qualcuno (per amicizia o altro) e non sapere come fare? Spero di si. Cerchi mille pretesti, pensi mille frasi, per conoscerlo e per far smettere il bruciore di stomaco (bruciore di cui il desiderio è il responsabile). Pensi: “lo cercherò tramite il bluetooth del mio cellulare; si, di sicuro anche lui ne avrà uno col bluetooth” o più semplicemente “ora aspetto che si allontanino i suoi amici, e poi mi avvicino e cerco di parlarci” o ancora “ora lo fisso di continuo, e aspetto di vedere la sua reazione”. Il tempo di questi pensieri, che il tipo: già si è rivestito ed è pronto per uscire \ è già a 5 metri nella direzione opposta e comincia a scomparire tra la folla. L’attimo, è già passato. Rimane il bruciore di stomaco, che lascerà solo il posto alla speranza di rivederlo in qualche altra occasione.
Tutti sono invitati alla casa del desiderio, ma non tutti gli ospiti sono così sfacciati d’andarsene prima che si arrivi al dessert, e i dessert del desiderio rimangono sempre indigesti.
Io sono sfacciato. Questa sfacciataggine è ritenuta inferiorità, dipendenza e debolezza da gran parte delle persone. Magari capissero, quanto si sta bene a lasciarsi andare nelle conoscenze, quant’è bello arrendersi in due e ridere insieme. Se le parti si arrendono, ci saranno solo vincitori.

È venerdì sera, dovevo essere alla Flog, ma preferisco stare qui a scrivere queste parole che se mi fossi portato in giro mi avrebbero fatto sentire pesante e cupo come le nuvole cariche di pioggia.
Una cosa l’ho capita: tutto quello che si dice non è più dentro di noi.
Torna il sereno.
È tempo di pre-tendere.

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“A chi si lamenta della lunghezza del messaggio”

Se sei arrivato anche qui a leggere, a meno che i tuoi occhi non si siano posati qui solo per sbaglio, sappi che ho incontrato poche persone pazienti o curiose come te qui dentro. Meno male che dal vivo, molti usano come pretesto di interrompere una storia il fatto che il tipo “non aveva argomenti di cui parlare”.
Comunque, voglio ribadire il concetto: le persone che mi interessano, oltre che a quella del cazzo, spero che si interessino anche alla lunghezza e alla qualità delle cose che uno ha da dire.


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“Avvertenze”

Al primo segno di arroganza tutte le mie attenzioni svaniranno, come il fumo freddo di una pipa ad acqua.
Sei alla mano?
Sei sbalorditivo.
Che tu possa godere in eterno!

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Pensieri del 21 aprile anno 2008 dell’era volgare.

Anneghiamo i dolori in altri dolori, almeno le forme sono nuove, anche se i dolori son sempre gli stessi.
No, neanche sto piacere mi è concesso!
Ma che palle! La tragedia da 2 mesi a questa parte assomiglia sempre di più a una farsa, e con pessimi attori che calpestano il palco.
Passo il tempo a cercare vetri sulla spiaggia, e dopo farli brillare un po’, qualcuno che si definisce “amico” te li frega. (se decidi di scrivermi un messaggio, inizia il messaggio con “impero” così capirò che sei arrivato fin qui a leggere) A forza di rimanere ferma, intorno alla speranza è cresciuta l’edera. Non c’era solo il tuo corpo, c’erano buoni propositi, sorrisi, carezze, tramonti, fantasie, pomeriggi e ore nel mio desiderio.
Il cuore si indurisce a forza di stare da solo, ma ci vuole poco per scioglierlo di nuovo, perché è di cera, la gente passa, lascia il suo segno e poi se ne va così senza dir nulla.
Non sono semplici stronzi, e bada, non giudico male chi cerca una scopata, almeno è chiaro e non illude, non ferisce nessuno. Questi sono vampiri, insensibili vampiri del desiderio altrui: cercano affetto, una persona vicina, e in certi casi persino l’amore, hanno la faccia da angelo, ma quando la strappano rivelano un volto insensibile. Volano come le api di fiore in fiore in cerca di sentimenti, ma non capiscono che l’affetto si cerca da un fiore solo.
Guardai negli occhi di chi mi desiderava e vidi soli e mari, ma ora non vedo che niente.

Parlo per metafore, ma dietro ci sono esperienze vere.

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A chi dissi che le sue parole sembravano venire dalla terra del tramonto:

ho sbagliato tante volte, è vero, soprattutto negli ultimi tempi, quando ho dedicato tempo e fantasia a gente che non mi vuole, trascurando così persone care come te.
Non si può cambiare il passato, ma si può fare più bello il futuro.

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Tra poco la laurea: metterò in pausa molte cose per dedicarmi alle cose a cui tengo.

Amen.

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Pensieri del 9 maggio ab urbe condita 2761

A cena:

Io: Sei stato molto gentile ad invitarmi a cena, cosa mi hai preparato?

Lui: il menu che ti ho preparato comincia con un antipasto leggero di “carino”, si passa poi a un “hai un viso davvero dolce” con un contorno di sorriso, a seguire un "i tuoi occhi mi rubano lo sguardo" (accompagnato da una carezza sul collo), e come dessert, si può scegliere, o finocchi canditi o una macedonia di banana e frutti della passione...

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È il trionfo dello stile tragico, se il tuo messaggio è troppo leggero per essere preso alla leggera.
Manda un messaggio serio, e sarà troppo serio per essere preso seriamente e otterrai una risposta adeguatamente frivola.

In ogni caso scrivimi se ti va. Una risposta (quasi sempre cortese, anche se non sempre gradita) la riceverai.

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Le cose superficiali sono le più immediate.

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Ai profili senza foto.

Scrivimi pure! Spero solo che tu sia pure bono oltre che simpatico e intelligente! sei bono?

Non hai foto nel profilo: o sei (ti vedi) cesso, o sei una criptochecca, o sei cesso e criptochecca insieme, o non hai foto digitali (un po’ sfigato, se vuoi ti presto la mia).

Mi sono rotto il cazzo di amici cessi. Andavo in giro e mi chiamavano "Cottolengo" perché raccoglievo i peggiori individui per misericordia. E ora di calarsi nella parte acida, specialmente in questo momento che la gara ufficiale di "per chi se la tira di più" è ufficialmente iniziata.
Ho passato la vita a cercare la gente e non se lo meritavano nemmeno.
Magari ora ci rimetterà quello ignaro di tutto, beh, s'arrangerà come ho fatto io fino a ora. Ho una lunga e brillante carriera di "quello che la paga senza avere colpe", adesso che ho raggiunto tutte le soddisfazioni in questo settore, ho deciso di cambiare.
Ovviamente sono SEMPRE aperto a cambiare visione, quindi se vuoi illustrarmi una via d’uscita sei il benvenuto.

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A chi non sopporta certe “categorie”.

Io non sopporto la categoria di quelli che non sopportano certe categorie.
Si, a volte non mi sopporto pure io. Per questo non ragiono sempre allo stesso modo.

A chi si vanta della sua mascolinità.

Se volevo vedere spargere incensi, andavo alla messa di domenica, e non venivo in un sito gay.
Evitate di cercare di affascinarmi osannando la propria virilità\insospettabilità\forza.
Sei virile, bene, potresti piacermi di più sul piano sessuale\affettivo, però non vantartene troppo, altrimenti mi viene la nausea.
Mi stanno simpaticissimi e stimo moltissimo molte checche.
Trovo che molte checche abbiano più coglioni del maschione palestrato che passa tutto il tempo a pompare i muscoli per le foto da mettere sui profili e che poi ha paura di dire che scopa con gli uomini a mammina e babbino, trovo ciò come una mancanza di virilità.

Amen

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Pensieri del 16 Maggio 2008 ab urbe condita 2761

“Languore”

Io sono l’Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti in aureo stile
in cui danza il languore del sole.

L’anima solitaria soffre di un denso tedio.
Laggiù si dice, lunghe battaglie cruente.
Oh, non potervi, così debole nei miei lenti desideri,
oh, non volervi fiorire un po’ quest’esistenza!

Oh, non volervi, non potervi un po’ morire!
Ah, tutto è bevuto! Batillo, hai finito di ridere?
Ah, tutto bevuto, tutto mangiato! Più nulla da dire!

Solo, una poesia un po’ sciocca da gettare nel fuoco,
solo, uno schiavo un po’ frivolo che vi trascura, solo,
una noia di chissà cosa che vi affligge!


Caro lettore,
ho deciso esattamente ieri alle ore 16,37 (dopo 2 ore di interminabile silenzio) di non collegarmi più in questo sito.
Uno sguardo, una parola, un evento per quanto piccolo possa essere, può rivoluzionare i pensieri e il Cuore tiene le armi sempre pronte sotto il cuscino.
Evidentemente non avevo che bisogno di un pretesto, un casus belli, per infiammare decisioni che venivano tenute spente da troppo tempo; e queste fiamme sono quelle che partono dallo stomaco quando si incontra qualcuno di speciale.
L’incontro che sospiravo da tanto, un po’ di gentilezza e attenzione, e ora eccomi qui a scolarmi il cocktail d’amore: 5\10 di impazienza, 5\10 di paura e 1 spicchio di fortuna.
È la grande farsa della vita, giusto poco tempo fa mi lamentavo del fatto di non riuscire ad emozionarmi per qualcuno da oramai 3 anni, e ora ecco che la passione cresce e la ragione soffoca.
Mi resta l’impazienza di sapere come andrà, ma allo stesso tempo ho una grandissima paura: paura di diradare le fresche ombre dell’incertezza. Si, perché il desiderio è sempre un misto di paura e impazienza per me, e quando siamo folli per qualcuno ci si sente a riparo nell’incertezza, nelle sfumature, piuttosto che nelle cose chiare, che potrebbero uccidere tutto quello in cui si è sperato.

Passo il tempo a pensare, e continuano le rivoluzioni nell’anima, stare da solo non fa che aumentare l’agitazione: vorrei pensare ad altro, ma non ci riesco, vorrei che andasse tutto bene, perché ho come l’impressione che mi ammalerei di malinconia qualora non andasse così.

Mi sono messo totalmente in gioco, e ho puntato sullo 0: rien ne va plus! La roulette gira e io posso solo vedere gli astanti che si dilettano con noncuranza nel seguire il mio cuore che rimbalza nelle varie caselle… Vincere tutto o perdere tutto: non ci sono alternative.

È il rischio che m’inebria in tutto questo, ma terminata la sbornia potrebbe essere impossibile riprendersi.

Vivo i miei giorni di cambiamento, i miei minuti ciclotimici.
Passando il tempo a rincorrere emozioni diverse che scappano prima di essere afferrate totalmente.
Sperando che le emozioni messe a nudo non siano disprezzate.

Addio

Ora che anche i pensieri tremano con me e
So cosa vuol dire soffrire per l’ignota attesa
Che galleggia nel mio tempo
Ancorata ad una speranza che chiede udienza e che
Resta fissa nella mente, accecante come sole negli occhi.
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